Come valutare un'azienda in caso di eredità
Ereditare un'azienda o solo delle quote, come diventare titolare
Nell’ambito della valutazione dei beni caduti in successione, assume particolare rilevanza la presenza di una azienda, o parte di questa nel caso di società, già di proprietà del de cuius.
In particolare, bisogna distinguere due principali casi: il primo in cui l’ereditando è titolare di una ditta individuale o sia socio di una società di persone, il secondo in cui sia proprietario di quote di società di capitali.
La differenza sostanziale tra i due diversi casi verte sul diverso regime di responsabilità patrimoniale per le obbligazioni sociali vigente all’interno di ciascuna forma societaria.
Nella prima ipotesi in cui il de cuius fosse titolare di una ditta individuale o abbia quote di partecipazione in società di persone, la natura della responsabilità patrimoniale sarebbe in questo caso illimitata, con la rilevante conseguenza che nel caso in cui il patrimonio sociale dovesse essere insufficiente a soddisfare le pretese creditorie derivanti da debiti contratti in nome e per conto della società, ne risponderebbero i soci con tutto il loro patrimonio personale presente e futuro.
In questa ipotesi quindi i debiti sociali, in forza della natura giuridica della responsabilità patrimoniale, entreranno a far parte della massa ereditaria.
Nello specifico, ai fini della valutazione dell’azienda, è quindi opportuno affidare le sorti della stima ad un professionista, commercialista o avvocato specializzato, che si occupi di quantificare il valore commerciale dell’azienda medesima tenendo in considerazione sia la passività che le attività. I principali metodi adottati sono quello patrimoniale, finanziario e reddituale. Tuttavia, in relazione al fatturato odierno, a quello futuro, ed alle prospettive di crescita possono variare i termini di valutazione, proprio in relazione alle esigenze di singoli eredi. Rilevano, ai fini della stima, la presenza di attrezzatura, l’avvio, il know-how, ma anche la posizione territoriale dell’azienda, i contratti in essere, etc. Dette circostanze comportano, quindi, una serie di conseguenze sull’accettazione dell’eredità da parte degli eredi del socio o del titolare della ditta, al fine di non incombere ad eventuali inadempienze del de cuius. Occorre, in tal senso, procedere alla redazione di un apposito inventario al fine di documentare la situazione economica del patrimonio ereditario al momento dell’apertura della successione per individuare l’attivo e il passivo, quest’ultimo comprensivo anche dei debiti societari ovvero stipulati per conto della ditta individuale.
Tale documento consente agli eredi di avere un panorama della situazione patrimoniale ed economica della massa ereditaria, avendo cognizione dei limiti entro i quali gli eredi risponderanno dei debiti del defunto.
Nella diversa ipotesi in cui il de cuius fosse socio di una società di capitali, essendo la responsabilità limitata al solo patrimonio sociale e non anche personale del socio defunto, i debiti contratti in nome e per conto della società non entrerebbero a far parte della massa ereditaria, entrando solo in questa ipotesi le quote o le azioni del de cuius.
Ambedue le ipotesi sopra menzionate sono volte a tutelare il patrimonio personale dell’erede in modo da non intaccarlo negativamente con quello ereditato, qualora in questo fossero superiori le passività. In ogni caso è opportuno procedere con consulenze specifiche, anche di carattere notarile, volte ad accettare l’eredità con beneficio di inventario. Agenzia delle Successioni potrebbe guidare correttamente l'erede nel caso specifico. La consulenza iniziale è gratuita e per ottenerla baste compilare il form in tre minuti.
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