L'erede apparente: definizione, differenze e implicazioni legali
Caratteristiche e delle recenti pronunce della Cassazione
L'erede apparente è una persona che, pur non avendo un titolo legittimo o definitivo, si comporta come se fosse l'erede di un patrimonio. Questo può avvenire in situazioni di incertezza o controversia sulla legittimità dell'eredità.
L'erede apparente può agire in buona fede, credendo di avere diritto alla successione, oppure consapevolmente, per motivi vari. Di solito, si tratta di una persona che inizia a gestire e amministrare i beni ereditari, prendendo decisioni e compiendo atti di disposizione, come se fosse l'erede effettivo.
Nel corso dell’articolo analizzeremo le caratteristiche dell’erede apparente e che cosa afferma la legge.
Qual è la differenza fra erede e erede apparente?
La principale differenza tra erede e erede apparente risiede nella legittimità e nella certezza del diritto all'eredità.
L'erede è colui che ha un diritto legittimo e definitivo sulla successione, confermato da un testamento valido o dalle leggi di successione ereditaria. Questo diritto è solitamente confermato da documenti legali, come un certificato di successione o un testamento pubblicamente riconosciuto.
L'erede apparente, al contrario, manca di un titolo legittimo o definitivo. Si tratta di una persona che, pur non avendo ancora ottenuto un riconoscimento formale o legale del proprio diritto all'eredità, si comporta come se fosse l'erede. Questa situazione può derivare da errori, malintesi o controversie in corso riguardo la validità della successione.
Che cosa accade se vi è un acquisto di un bene da un erede apparente?
Se un terzo acquista un bene da un erede apparente, la situazione può diventare complessa e dipende molto dalle circostanze specifiche e dalla buona fede dell'acquirente. Secondo il principio di tutela del terzo acquirente in buona fede, se il terzo ha acquistato il bene dall'erede apparente senza essere a conoscenza della mancanza di legittimità di quest'ultimo, l'acquisto può essere protetto. Tuttavia, se si dimostra che l'acquirente era a conoscenza della situazione di incertezza riguardante l'eredità, l'acquisto potrebbe essere contestato e invalidato.
Il Codice Civile italiano, nell’art. 534, tutela il terzo acquirente in buona fede, affermando che gli atti di disposizione fatti dall'erede apparente sono validi, purché il terzo fosse in buona fede al momento dell'acquisto. Questo principio mira a proteggere la sicurezza dei traffici giuridici e a garantire che i terzi che agiscono in buona fede non subiscano pregiudizi a causa di situazioni di cui non erano a conoscenza.
Che cosa dice la Cassazione in merito all’erede apparente?
Recentemente e più in particolare il 13 giugno 2024, la seconda sezione civile della corte di Cassazione si è espressa con la sentenza n. 16517, definendo il quadro in cui si muove l’erede apparente, sottolineando come sono fuori dalla tematica dell’erede apparente gli atti dispositivi posti in essere dall’erede sulla base di un testamento solo successivamente annullato senza effetto retroattivo pieno. Nel medesimo modo, non va confuso con l’erede apparente l’erede istituito sotto condizione risolutiva, il quale, finché tale condizione non si sia verificata, può validamente disporre del bene lasciatogli dal defunto. Ciò avviene perché in entrambi i casi si tratta di eredi veri e non di eredi apparenti.
È importante che chi intende smascherare un erede apparente si rivolga tempestivamente all’autorità giudiziaria e quindi a legali specializzati in diritto successorio, come quelli di Agenzia delle Successioni, per valutare le specifiche circostanze del caso e agire entro i termini previsti dalla legge.
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