Lasciapassare mortuario e passaporto mortuario
Il significato e le differenze dei due documenti
Quando una salma deve essere trasferita oltre confine, è necessario ottenere specifiche autorizzazioni che permettano il trasporto internazionale nel rispetto delle norme sanitarie e amministrative. I due principali documenti richiesti sono il lasciapassare mortuario e il passaporto mortuario, strumenti fondamentali sia per i rientri in Italia sia per i trasferimenti verso altri Paesi.
Perché servono questi documenti
La necessità di un’autorizzazione non dipende dal motivo per cui la persona si trovava all’estero, ma esclusivamente dal fatto che la salma debba attraversare una frontiera. Anche chi muore durante una semplice vacanza, per esempio, deve essere trasferito con uno di questi documenti. Si tratta quindi di procedure obbligatorie in ogni caso di trasporto internazionale, indipendentemente dal contesto.
Il quadro normativo: la Convenzione di Berlino
Nel 1937 molti Paesi europei hanno sottoscritto la Convenzione di Berlino, un accordo pensato per rendere più snelle le pratiche legate al trasferimento delle salme. L’intento era quello di evitare lungaggini burocratiche, uniformare i requisiti igienico-sanitari e amministrativi e velocizzare il rilascio delle autorizzazioni necessarie. Quando il trasferimento avviene tra Stati che hanno aderito a questa convenzione, è sufficiente il lasciapassare mortuario, che sostituisce ogni altro documento internazionale.
Il lasciapassare mortuario: caratteristiche, rilascio e tempistiche
Il lasciapassare mortuario è il documento utilizzato per i trasferimenti tra Paesi aderenti alla Convenzione di Berlino. In Italia viene rilasciato dal Comune del luogo in cui è avvenuto il decesso o dove la salma è sepolta, dopo il parere obbligatorio dell’ASL in merito alle condizioni igienico-sanitarie. Quando il decesso avviene all’estero, invece, l’autorizzazione può essere emessa direttamente dalle autorità locali oppure dall’ambasciata o dal consolato italiano presenti nel Paese.
Per ottenerlo occorrono il certificato di morte, che puoi richiedere attraverso il supporto di Agenzia delle Successioni, il certificato del medico necroscopo, la dichiarazione dell’impresa funebre che attesti la conformità della cassa al trasporto internazionale e, se il decesso è oggetto di indagine, il nulla osta dell’autorità giudiziaria. Qualora il Paese di destinazione richieda documentazione in lingua, possono essere necessarie traduzioni ufficiali. Le amministrazioni trattano queste pratiche come urgenti, quindi i tempi di rilascio sono in genere molto rapidi, spesso compresi tra uno e tre giorni. I costi variano a seconda dei diritti comunali, delle eventuali traduzioni o legalizzazioni e dei servizi forniti dall’impresa funebre incaricata.
Il passaporto mortuario: quando occorre e come funziona
Il passaporto mortuario diventa necessario quando il trasferimento riguarda Paesi che non hanno aderito alla Convenzione di Berlino. In questo caso l’autorizzazione ha un contenuto più articolato, poiché deve rispettare normative tra loro non armonizzate. In Italia il documento viene emesso dal Comune o dalla Prefettura, in base alla competenza territoriale o alle procedure previste dalle singole regioni.
Per ottenere il passaporto mortuario servono il certificato di morte, il nulla osta dell’autorità giudiziaria quando ci sono indagini in corso, un documento di identità del defunto, il certificato necroscopico e una dichiarazione relativa alla destinazione finale della salma, che si tratti di sepoltura o cremazione in un altro Stato. Anche in questo caso l’impresa funebre deve attestare la conformità della bara ai requisiti internazionali. Molti Paesi richiedono traduzioni ufficiali o legalizzazioni consolari, il che può incidere sui tempi e sui costi complessivi. Le spese riguardano i diritti amministrativi, gli eventuali atti consolari e le prestazioni dell’agenzia funebre.
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