Come ottenere maggiore liquidità nelle successioni digitali

Criptovalute e archivi cloud possono costituire una risorsa economica
Nel contesto della successione ereditaria, accedere alla liquidità è spesso fondamentale per far fronte a spese immediate — come imposte di successione, debiti del de cuius, spese funerarie o costi legali. Se da un lato le tradizionali forme di credito (mutui, prestiti, anticipi bancari) presentano costi e tempistiche onerose, dall’altro stanno emergendo strumenti alternativi e innovativi, in grado di garantire maggiore disponibilità finanziaria agli eredi. Uno degli ambiti meno esplorati, ma giuridicamente sempre più rilevanti, è quello dell’accesso ai beni e ai contenuti digitali del defunto.
Strumenti alternativi al credito: una panoramica
Nel quadro successorio attuale, sono sempre più diffuse soluzioni non finanziarie per ottenere liquidità immediata, tra cui:
- Cessione del credito successorio: gli eredi possono cedere a terzi (anche ad agenzie specializzate) i propri diritti ereditari, ricevendo in cambio una somma pattuita.
- Accordi con agenzie di gestione patrimoniale: alcune realtà operano anticipando agli eredi una somma proporzionata al valore presunto dell’asse ereditario, da restituire solo alla chiusura della successione.
- Liquidazione di beni digitali: contenuti online, criptovalute, archivi cloud e account monetizzabili possono rappresentare una nuova fonte di ricchezza, purché gli eredi possano accedervi legalmente.
Ed è proprio quest’ultimo punto a sollevare questioni giuridiche complesse ma cruciali.
Accesso ai dati digitali post mortem: cosa dice la legge
Il Codice in materia di protezione dei dati personali (D.lgs. 196/2003, come modificato dal D.lgs. 101/2018) disciplina in modo specifico la sorte dei dati personali dopo la morte, attraverso l’art. 2-terdecies. La norma prevede che:
"I diritti riferiti ai dati personali possono essere esercitati anche dopo la morte [...] da chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell’interessato o per ragioni familiari meritevoli di protezione".
In sostanza, gli eredi o i soggetti legittimati possono accedere ai contenuti digitali del defunto, salvo che quest’ultimo non abbia espresso una volontà contraria inequivoca.
Le clausole contrattuali non possono escludere automaticamente l’accesso
Un’importante ordinanza del Garante per la protezione dei dati personali ha chiarito un punto essenziale: la mera accettazione di clausole contrattuali online (ad esempio, durante la registrazione di un account) non costituisce manifestazione inequivoca di volontà contraria ai sensi dell’art. 2-terdecies.
Il Garante ha affermato che:
- Le clausole generali di contratto predisposte unilateralmente dalle piattaforme online (social network, provider cloud, email, ecc.) non sono idonee a escludere il diritto di accesso post mortem;
- L’adesione generica a termini di servizio non può pregiudicare diritti patrimoniali o il diritto alla difesa dei soggetti che subentrano;
- Qualsiasi clausola contrattuale non può ledere gli interessi patrimoniali di terzi né ostacolare la ricostruzione dell’asse ereditario.
In altre parole, se non esiste un atto testamentario o una volontà chiara ed esplicita da parte del defunto che limiti l’accesso, i contenuti digitali devono essere resi disponibili agli eredi o aventi diritto.
Quali contenuti possono generare liquidità?
Sempre più frequentemente, gli asset digitali rappresentano una parte rilevante del patrimonio di una persona. Tra questi:
- Criptovalute (Bitcoin, Ethereum, ecc.)
- Account con contenuti monetizzabili (YouTube, Instagram, Patreon)
- Portafogli digitali (PayPal, Skrill)
- Licenze, contenuti digitali acquistati, NFT
- Documentazione utile alla gestione dell’eredità (contabilità, contratti, archivi legali o fiscali)
Il corretto accesso a questi strumenti può consentire agli eredi di monetizzare tali contenuti, senza dover ricorrere a finanziamenti esterni, colmando eventuali gap di liquidità nelle fasi iniziali della successione.
Come predisporre una volontà digitale
Per evitare conflitti futuri e tutelare sia la privacy che gli interessi degli eredi, è consigliabile predisporre un'apposita volontà digitale, da integrare con il testamento ordinario. Essa può:
- Autorizzare (o vietare) specificamente l’accesso a determinati account o contenuti;
- Designare un esecutore digitale, incaricato della gestione dei dati;
- Indicare dove sono custodite password, chiavi crittografiche, codici di accesso (ad es. tramite un archivio cifrato o affidandosi a un notaio).
Una volontà digitale valida può risultare decisiva per l’accesso ai dati e per la valorizzazione degli asset, evitando lungaggini, contenziosi e il rischio di dispersione del patrimonio. Rivolgersi a professionisti del settore, come Agenzia delle Successioni, può semplificare queste delicate operazioni.
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