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Come si calcola la quota disponibile di un'eredità?

Come si calcola la quota disponibile di un'eredità?

Le differenze con la quota legittima e le sue ripartizioni


La quota disponibile si configura come la parte di patrimonio che il testatore può assegnare a soggetti diversi dai suoi eredi legittimi, senza che le loro disposizioni vengano attaccate dai soggetti diversi dagli eredi legittimi. La quota disponibile non ha un valore fisso e predeterminato. Varia al variare di quanti eredi legittimi siano presenti al momento dell’apertura della successione.

Si parla di quota disponibile solo nel caso in cui il de cuius abbia disposto un testamento. Se il defunto non lascia alcuna disposizione testamentaria, non sarà possibile parlare di quota disponibile. Nell’articolo approfondiremo il caso della quota disponibile e le sue differenze con quota di legittima, con la relativa divisione ereditaria.

 

Come si dividono le quote tra eredi?

La successione ereditaria può definirsi testamentaria o legittima, a seconda che il defunto abbia lasciato o meno un testamento valido. Con la successione legittima interviene la legge ad individuare gli eredi che si definiscono legittimi nelle persone degli stretti congiunti del defunto. Individuando quindi gli eredi legittimi e come si calcolano le quote ad essi spettanti.

Gli eredi legittimari sono soggetti suscettibili a cui la legge riserva una parte dell’eredità di cui non possono essere privati, nemmeno per volontà del testatore. Nella successione legittima, pertanto, i beni pervengono in primo luogo al coniuge superstite e ai figli.

 

Come si calcola la quota di legittima e la quota disponibile?

La quota di legittima varia a seconda che vi siano la presenza di uno o più figli o se il coniuge è ancora in vita o meno. Nello specifico, in presenza di un figlio e del coniuge, l’eredità si divide in parti uguali. La quota legittima del figlio equivale al 50% dell’intero patrimonio. Quando ci sono due o più figli, al coniuge spetta un terzo dell’eredità e i restanti due terzi si dividono in parti uguali tra tutti i figli, come previsto dall’articolo 581 del codice civile. In assenza del coniuge, alla morte del de cuius, l’eredità si divide in parti uguali fra i figli, escludendo quindi tutti gli altri parenti. Nel caso di un unico figlio, pertanto, egli erediterà tutto il patrimonio. L’ultimo caso che può riguardare la quota di legittima è quando non vi è presenza di figli, il coniuge può ritrovarsi a concorrere anche con altri parenti, come il fratello del defunto, il padre o la madre.

Come detto in precedenza la quota disponibile interviene esclusivamente nei casi in cui è presente un testamentp. Nello specifico, in presenza di un coniuge e un solo figlio, un terzo di eredità spetta alla moglie, un terzo al figlio, l’altro terzo è la quota disponibile, con il testatore che può fornirla ad un soggetto da lui individuato senza alcun vincolo. Nel caso di presenza di coniuge e più figli, un quarto dell’eredità spetta alla moglie o al marito, una metà si divide in parte uguali tra i figli, il restante quarto è la quota disponibile. In assenza del coniuge e con un solo figlio, metà dell’eredità spetta al figlio, la restante è la quota disponibile. In assenza del coniuge e più figli, due terzi dell’eredità spetta ai figli, divisi in parti uguali, mentre un terzo è la quota disponibile.

 

Quanto ammonta la quota di legittima?

Come abbiamo già descritto la quota legittima è variabile, ma, allo stesso modo, ben definita dalla legge, a seconda dei casi. L’eredità legittima si intende quella quota di eredità che la legge garantisce ad alcuni soggetti legati alla persona defunta, da legami familiari stretti. Tra questi rientrano il coniuge, i figli e loro discendenti, quindi i genitori e gli altri ascendenti in assenza dei primi.

Questo si tratta di un argomento assai delicato nell’ambito delle successioni e delle divisioni ereditarie. Come abbiamo infatti visto, i casi sono molteplici e comprendere l’ammontare della quota di legittima può richiedere il supporto di professionisti, come quelli di Agenzia delle Successioni, che sapranno aiutare il de cuius nella individuazione della quota legittima e quota disponibile, ma anche gli eventuali eredi, intaccati nella propria quota legittima che può essere privata ingiustamente.

 

Quando non spetta la quota di legittima?

Uno dei casi previsti dalla legge in cui non è prevista la quota di legittima è quando vi è stato un divorzio tra il defunto ed il suo precedente coniuge. L’ex coniuge pertanto non avrà più diritti di legittima. Il coniuge, come previsto dall’articolo 548 del codice civile, ha diritto solamente ad un assegno vitalizio, se al momento dell’apertura della successione godeva degli alimenti a carico del coniuge deceduto. L’assegno è commisurato alle sostanze ereditarie e al numero degli eredi legittimi. L’assegno vitalizio, pertanto, non è comunque di entità superiore a quella della prestazione alimentare goduta.

 

Per conoscere meglio le differenze tra quota disponibile e quota legittima, puoi contattare Agenzia delle Successioni, che potrà fornirti un supporto, al fine di evitare possibili errori.

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